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"Acquietarci nel sogno o imprigionarci? Potrebbe essere una provocazione condannabile dalla società. Quale allora il mezzo per continuare a vagheggiare sul libero volo degli uccelli, sulla fertilità della solitudine, sulla pace fra gli uomini? L'inconscio ci detta; o semplicemente è il desiderio di sopravvivenza, la ricerca di un rifugio nell'onirico, turbati sempre inesorabilmente dalla comunicazione immediata. Un'unica ruota è il mondo che gira, lancinando i nostri cuori. Viviamo dunque il sogno, il sogno ripetitivo del sole che si alza, avanza solennemente, preludio di una schiarita mattutina, acceca mentre le nuvole si dipartono dall'oriente all'occidente e noi nel labile attimo della purificazione, rimaniamo a guardare il cielo libero che è nostro; sia dunque così il nostro libero mattino. In questo incedere impetuoso del tempo, siamo giunti alle porte del terzo millennio. Questo spazio temporale che avanza ci impaura, ma che non sia temibile: è solo un picolo concetto dell'infinito.".

 

(1995, Annarosa Del Corona, dalla presentazione).

 

 

 

"Devoti sempre, devoti a qualcosa; e quando non si crede più a niente, devoti al nostro tempo.".

 

(1995, Mario Luzi, introduzione al volume).

(Attualmente non disponibile)

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