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Io e flauto Ã¨ ciò che rimane di una custodita contemplazione, luce certa di accadimenti, realtà di un vissuto che protrae per necessità esistenziale giorno dopo giorno, mutevole ad ogni stato emozionale di grazia e di sofferenza. Luce divisa affettivamente, essenzialmente intonata agli eventi e quindi frammentaria. Nella sequenza le varie espressioni appariranno scompaginate; questa è la tentazione di un rinnovamento, di chi va in cerca. E' quanto mai difficile essere validi testimoni di avvenimenti, e breve è la vita di un canto. E' consolatorio qui citare Borges: "Non c'è poeta, per mediocre che sia, che non abbia scritto il più bel verso della letteratura.". Così mi congedo, con l'urgenza di chi deve dire e per turbamento si nasconde.

 

(1992, Annarosa Del Corona, dalla presentazione). 

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